Nutrizione e genetica

NUTRIGENETICA dieta e genetica dna

Tra i vari fattori ambientali a cui ognuno di noi è quotidianamente esposto, il più invasivo e per fortuna il più controllabile, è sicuramente il cibo.Negli ultimi dieci anni sono stati fatti enormi progressi nel campo della genetica applicata all’interazione con il cibo ed un nuovo campo di conoscenze si è affermato: la NUTRIGENETICA.


La Nutrigenetica permette oggi attraverso lo studio del DNA di determinare la quantità e la qualità di nutrienti di cui ciascuno ha bisogno. I test di genetica scoprono per noi quali e quanti sono i nutrienti necessari, sia in termini di quantità minime di vitamine e minerali, sia di quantità massime di sostanze tollerabili da ciascuno, quali i grassi saturi, la caffeina, il sale, ecc... Queste conoscenze sono ora a disposizione di tutti coloro che desiderano sapere come migliorare il proprio benessere psico-fisico ed esprimere al meglio il proprio patrimonio genetico. D'altra parte Noi siamo questo: i nostri geni e la loro interazione col mondo ed in particolare con il cibo.



Salute del Tessuto Osseo

intolleranze alimentari, sensibilità

Non tutti sanno che il nostro scheletro non è una struttura fissa: in media, durante l’intero arco della vita, le ossa che lo compongono cambiano la loro struttura almeno 5 volte. Il nostro corpo consuma e rigenera in continuazione il tessuto osseo per produrre il calcio necessario alle funzioni vitali. Il profilo genetico, la dieta e lo stile di vita sono fattori essenziali per il mantenimento di un processo equilibrato nell'omeostasi del calcio presente nel sangue. Uno squilibrio in uno o più di questi fattori può condurre ad una disfunzione nel mantenimento del tessuto osseo.
 Lo studio delle variazioni genetiche permette di individuare i fattori che possono avere un effetto negativo sulla struttura dello scheletro.

 A tali fattori negativi è possibile porre rimedio con la dieta, con l’integrazione alimentare e con opportuni accorgimenti nello stile di vita.

 

Salute del Cuore

La genetica consente di analizzare le regioni del DNA legate alla salute cardiaca. Con questo complesso test genetico verranno presi in considerazione 5 aspetti della funzione del cuore.



 

Attività antiossidante 
: I radicali liberi sono stati associati alla formazione di placche nelle arterie. Il test analizza le varianti genetiche che possono alterare la produzione di enzimi con funzione antiossidante per il sistema arterioso e cardiaco.

 

Livelli di omocisteina : L’omocisteina è un fattore molto importante presente nel sangue; il suo valore è finemente regolato da alcune parti del DNA e non deve essere presente in elevate quantità. Le recenti ricerche scientifiche hanno rilevato che un alto livello di omocisteina può contribuire ad una cattiva salute cardiaca. Grazie ad una mirata analisi genetica è possibile mantenere entro limiti accettabili il livello di omocisteina mediante un consumo personalizzato di vitamina B.

 

Livelli di colesterolo : 
Il colesterolo in alta concentrazione plasmatica comporta seri problemi cardiocircolatori. Sono numerose le zone di DNA che agiscono direttamente sulla quantità di colesterolo LDL e HDL. Il test valuta la presenza di alto livello di colesterolo LDL, il colesterolo “cattivo”, che può essere associato ad un aumento delle disfunzioni circolatorie.

 

Flusso ematico 
: L’elasticità dei vasi sanguigni e l’afflusso di sangue al cuore sono eventi regolati anche geneticamente. Il DNA svolge una funzione importante nella regolazione della costrizione dei vasi sanguigni e sul flusso ematico. L’analisi genetica parte di questo test rende possibile una riduzione del problema dell’ipertensione legata ad aspetti genetici.

 

Infiammazione : L’infiammazione è un processo cellulare di difesa condizionato da alcune variazioni genetiche che a loro volta ne modulano la risposta.

Insulina e Glicemia

I carboidrati sono il “combustibile” con il quale il nostro corpo funziona, si muove e vive ogni giorno.
 Il cibo che ingeriamo viene assorbito nel sangue e, attraverso complessi processi metabolici a livello del fegato, trasportato sotto forma di zuccheri semplici, come ad esempio il glucosio, grassi ed altre sostanze elementari. 
La presenza degli zuccheri nel sangue è un evento finemente regolato da molteplici fattori biochimici e fisiologici ed è un passaggio molto delicato per la funzione del nostro organismo. La presenza di glucosio nel circolo ematico comporta il rilascio dell’ormone insulina da parte del pancreas. L’insulina, legandosi alle cellule, permette l’entrata del glucosio al loro interno: in questo modo il glucosio può essere utilizzato come “combustibile” dalle singole cellule e più in generale dai nostri organi e quindi dal nostro corpo. In questo modo il cibo diventa una forma di “energia”. 
Talvolta le cellule, in virtù di un alterato profilo genetico, non sono in grado di legare la giusta quantità di insulina e quindi assorbire il glucosio necessario per le proprie funzionalità vitali.

 

Questa resistenza all’insulina da parte delle cellule viene compensata dal pancreas, che secerne più insulina, aumentandone i livelli nel sangue.
Recenti studi medici hanno dimostrato che la resistenza all’insulina è coinvolta, in modo molto importante, in alcuni dei disordini comuni, tra cui il diabete di tipo 2, l’ipertensione e la disfunzione del metabolismo dei grassi. 

 Con questo test genetico siamo in grado di valutare le variazioni nel DNA che sono legate ai fenomeni di resistenza all’insulina.Una valutazione completa di un quadro integrato permette l’eventuale prevenzione di alcuni disturbi più complessi, legati al glucosio e all’alta concentrazione di insulina nel sangue.

Intolleranza a Lattosio e Celiachia

La più comune intolleranza enzimatica alimentare è quella al lattosio, generalmente ereditaria, molto diffusa nelle aree mediterranee e in Italia. Questa intolleranza è causata dall’assenza di un enzima che permetta la metabolizzazione del lattosio. 

Il lattosio è lo zucchero contenuto nel latte e affinché possa essere utilizzato dall’organismo, dev’essere scomposto in glucosio e galattosio da parte di un particolare enzima chiamato lattasi.  Nel caso in cui non vengano prodotte quantità sufficienti di lattasi, una parte del lattosio può non essere digerito: il passaggio del lattosio lungo il tratto gastroenterico potrà generare gas intestinali e metaboliti tossici .
 In mancanza di lattasi la sintomatologia è dose-dipendente: maggiore è la quantità di lattosio ingerita e più evidenti sono i sintomi di intolleranza alimentare.

 

Nel caso di diagnosi di intolleranza al lattosio non è sempre necessario eliminare i prodotti che contengono il lattosio : a volte è possibile individuare la quantità di lattosio minima che può essere tollerata senza scatenare i fastidiosi sintomi dovuti alla presenza di questo zucchero non digerito. 
 L’intolleranza al lattosio è riconducibile nel 90% dei casi ad una variazione del DNA nella regione regolatrice del gene della lattasi. Quando questa variazione è presente porta ad una ridotta espressione della lattasi nei microvilli dell’intestino tenue , questo fenomeno fa si che con l’avanzare dell’età (dai 7 fino ai 30 anni e oltre) il lattosio venga digerito sempre meno portando a manifestazioni di intolleranza alimentare al lattosio come ad esempio coliche, crampi, meteorismo e diarrea. 
Questo test indaga gli aplotipi HLA (e non singoli SNPs) per celiachia e il DNA per la produzione di lattasi in merito all’intolleranza al lattosio: è possibile prevenire e diagnosticare queste importanti disfunzioni alimentari  calibrando il consumo di derivati del latte e cereali.

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